Il Vaticano dà i numeri

Come in Italia, anche in Spagna la Chiesa Cattolica dà i numeri. 1 milione e 500mila sarebbero stati - secondo il Vaticano - gli ipocriti che hanno partecipato oggi al Family Day antigovernativo a Madrid (numeri rilanciati stupidamente da Repubblica). 2 milioni di persone secondo l’Arcidiocesi della capitale spagnola. Ma né il municipio di Madrid, né il Governo hanno fornito dati ufficiali sulla partecipazione all’evento.

Il quotidiano El Pais, invece di dare i numeri, ha calcolato “matematicamente” (numero medio di persone per metro quadrato moltiplicato per la superficie occupata) la quantità di persone effettivamente in grado di occupare l'intera Plaza Colón e le vie adiacenti. Risultato: 160.000 partecipanti.

Il blog indipendente Manifestometro, che da anni si dedica al conteggio dei partecipanti a incontri e manifestazioni, ne ha calcolati tra 86.000 e 130.000.

War celebration

Repressione durante le azioni antimilitariste a Lugano

Domenica 25 novembre a margine della parata militare la polizia ha represso con violenza il gruppo di manifestanti antimilitaristi che, in modo pacifico ed ironico, stava esprimendo il proprio dissenso contro la kermesse militare che in questi giorni ha trasformato Lugano in una vera e propria zona di guerra.

Un primo intervento della polizia si è avuto durante la parata militare, dove sono stati fermati 11 clown facenti parte del collettivo della Clown Army. I clown si erano infiltrati nella parata inscenando delle performances goliardiche, utilizzando la semplice arma dell'ironia.

In seguito di fronte al pretorio di Via Bossi la polizia ha caricato violentemente ed in modo del tutto ingiustificato un presidio pacifico, composto anche da anziani e bambini, che si era formato spontaneamente in solidarietà ai clown fermati.
La polizia senza nessun preavviso ha caricato alle spalle, con manganelli e spray orticanti i clown e le altre persone presenti compiendo 5 fermi e ferendo una decina di persone tra cui pure un mediattivista che ha riportato la frattura di un braccio.

Si è trattato di un increscioso episodio di intolleranza e violenza connesso con la libertà di espressione. Proprio nel giorno in cui l'esercito (auto-) celebrava la sua presunta efficienza, ci è stata mostrata la brutalità operativa degli apparati repressivi dello stato.

Fonte: Indymedia Svizzera (http://ch.indymedia.org/it/)

Se non ti ammali sei contro il sistema

La medicina ufficiale e le industrie chimiche-farmaceutiche
di Franco Libero Manco (Associazione Vegetariana Animalista “Armando D’Elia”, http://www.vegetariani-roma.it)

I medici, i ricercatori scientifici, i vivisettori, il personale ospedaliero, infermieristico, le industrie chimiche e farmaceutiche… Che cosa farebbe questo sconfinato esercito di persone se la gente non si ammalasse? Se la gente vivesse e si alimentasse in modo sano e naturale a che servirebbero i dottori e le medicine? Il modo migliore per consentire il perdurare di questa situazione di gente malaticcia e bisognosa di farmaci è fare in modo che mangi la carne, cibi raffinati, conservati, trattati ecc...
La salute non rende mentre la malattia dà sostentamento ad un esercito sconfinato di addetti ai lavori. E' vero, "la categoria dei medici e le industrie farmaceutiche esistono perché esiste la malattia" (come è altrettanto vero che la malattia esiste perché l'uomo vive male e si alimenta peggio) come è altrettanto vero che queste categorie non traggono alcun vantaggio da una popolazione in salute, se non quella di reclutare nuovi pazienti.

Tuttavia non credo (per mia buona fede) che questo meccanismo sia pensato e voluto, ma dal momento che questo dà lavoro ad un oceano di persone non conviene sia abolito facendo, tra l'altro, cambiare abitudini alla gente. Allo stesso modo per evitare che 60 milioni di persone restino senza lavoro non conviene abolire l'industria delle armi.

Se la gente smettesse di mangiare animali e derivati si verificherebbe:
  • Chiusura di 10 milioni di farmacie, sovraccariche di farmaci inutili e la conseguente riduzione del 90% dei prodotti venduti.
  • Impoverimento e degrado sociale dei cento milioni di medici: molti dei quali dovrebbero adattarsi a fare altri mestieri.
  • Un milione di fabbriche e piccole fabbriche di farmaci dovrebbero chiudere o cambiare attività e produrre altre cose.
  • 10 miliardi di animali detenuti dovrebbero essere liberati dalle catene dagli allevamenti e dalle gabbie dei mattatoi. Un milione di allevamenti e un milione di macelli dovrebbero chiudere i battenti.
  • Allevatori, macellai, commercianti di bestiame, operatori del grande settore carne e produzione casearia, pellami e concerie varie, industrie di smaltimento dei residui animali dovrebbero rassegnarsi ad una conversione delle loro attività.
  • Decine di istituti sanitari tipo FDA, WHO, OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tornerebbero ad essere piccoli e modesti uffici di raccolta e distribuzione dati e non più santuari sanitari che impongono al mondo la loro egemonia.
  • Decine di migliaia di funzionari sanitari dovrebbero tornare a casa. Niente più fondi governativi multimiliardari per trucchi e buffonate gigantesche tipo Aids, Sars e simili. Niente più fiumi di denaro stanziati per una ricerca inutile, stupida e crudele.
Questo meccanismo infernale, in cui la popolazione ignara ne paga le conseguenze, con prezzi inimmaginabili in risorse umane, sofferenza e numero di morti, vuole che l'individuo continui a vivere (o sopravvivere) concedendosi tutte le deviazioni, i vizi e gli abusi che richiede la società opulenta; vuole che l'individuo non rinunci a nulla nell'illusione che la medicina può far vivere in salute anche violando le leggi naturali, che non rinunci a nessun piacere, che non capisca dov'è la causa delle sue disgrazie, che non abbia il senso critico e si fidi ciecamente di ciò che giornalmente propinano i mezzi di informazione televisivi al servizio delle grandi case farmaceutiche e consegni inerte e fiducioso nelle mani dei centri di potere politico ed economico delle multinazionali la propria salute e la propria vita, convinto che quel che dice la televisione torna a suo beneficio.

Abbiamo idea di quale rivoluzione può portare il regime vegetariano con il quale è possibile ridurre del 90% gli infarti, del 97% gli ictus e del 34% i cancri? Oltre, naturalmente, le altre molte patologie correlate al consumo di carne e derivati animali, quali ipertensione, obesità, diabete ecc.
E' chiaro che la filosofia dei vegetariani deve essere ostacolata e possibilmente denigrata avvisando la popolazione che i vegetariani rischiano carenze alimentari (mai riscontrate e mai denunciate dagli più accreditati istituti di ricerca e dagli scienziati non prezzolati). Che i vegetariani s'improvvisano conoscitori della "complicata" scienza della nutrizione mentre è necessario consultare e… pagare un nutrizionista la cui scienza dimostrerà che per stare bene in salute occorre mangiare di tutto, praticamente quello che fanno tutti, senza bisogno di pagare nessuno. Per milioni di anni la specie umana non ha avuto bisogno di nutrizionisti e di medicine, come tutte le altre specie dei viventi, ora ha bisogno dell'uno e dell'altro: sarà per questo che è così malaticcia?

Così vanno le cose.

UruGay

Il Congresso uruguagio ha approvato una legge per l'unione concubinaria, ossia le coppie di fatto. Senza distinzioni di orientamento sessuale.

Uruguay, sì alle unioni civili

E' il settimo paese al mondo ad approvare le unioni civili, pure tra persone dello stesso sesso. Il Congresso uruguagio ha approvato il disegno di legge che introduce nella cattolicissima nazione sudamericana l'istituto delle unioni civili. Un record storico per tutta l'America Latina, visto che in Sud e Centro America le unioni tra cittadini dello stesso sesso erano state finora introdotte solo a livello locale da alcuni municipi come Città del Messico e Buenos Aires (non di poco conto quindi, riguardando una popolazione di decine di milioni di cittadini) ed alcune province/stati (Río Negro in Argentina, Río Grande do Sul in Brasile). La conquista degli uruguagi arriva dopo che già Olanda, Belgio, Spagna, Regno Unito, Canada e Sudafrica avevano concesso pari dignità alle unioni dei propri cittadini, senza discriminazioni di sesso.

La norma, approvata in Senato con 17 voti favorevoli e 7 contrari, è indirizzata espressamente a legalizzare le relazioni tra coppie dello stesso sesso, escludendo però la possibilità di contrarre matrimonio e di adottare. Per i legislatori uruguagi – si attende adesso solo la ratifica del presidente Tabaré Vazquez, che appoggia l'iniziativa – anche coppie di persone dello stesso sesso devono avere il diritto a formalizzare la propria unione con l'iscrizione in un registro, che darà loro gli stessi benefici sociali di cui godono le coppie etero. Viene richiesta una convivenza di almeno cinque anni, per poter disporre testamento verso il convivente, garantirsi assistenza reciproca, creare società commerciali e rendere reversibili eventuali pensioni, di varia natura. La norma, denominata per la ''Union concubinaria'', andrà a beneficio anche delle coppie di fatto eterosessuali: secondo un sondaggio della tv pubblica, a trarne beneficio sarà il 40 percento delle relazioni in Uruguay. “Questa legge arriva dopo 15 anni di lotta per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto – ha detto Clara Fassler, coordinatrice dell'associazione 'Red, Genero y Familia' (rete, genere e famiglia) – che finora non avevano nessun diritto. C'è ancora però una lacuna: la possibilità per le coppie omosessuali di sposarsi e adottare”.

"Arcigay Italia saluta questa graditissima novità a beneficio delle unioni civili, come d'altrondesi cerca di promuovere da tempo in altri paesi latinoamericani come Cile o Cuba – ha detto a PeaceReporter il presidente dell'associazione Aurelio Mancuso – E' la dimostrazione che nel mondo ci si sta aprendo a questi temi grazie a decenni di lavoro degli attivisti. Dobbiamo purtroppo registrare una netta vittoria dell'Uruguay sull'Italia; quello latinoamericano è un paese fortemente cattolico, ma questo non ha impedito ai legislatori di continuare nel solco di nazioni che stanno aprendo ai diritti di tutti i cittadini senza discriminazioni di sesso. Penso anche al Sudafrica, che garantisce i diritti dei gay espressamente nella Costituzione. La cosa triste da notare è che l'Italia rimane fanalino di cosa nella classifica del riconoscimento della parità dei diritti per tutti”.

Fonte: rielaborazione da Peace Reporter

Le "cazzate" di Rutelli...


Se dovessimo fare una rubrica giornaliera sulle "cazzate" che i politici italiani dicono ogni giorno a beneficio del teatrino mediatico della politica, dovremmo stare al computer 24 ore su 24. Ma ci sono alcune di queste esternazioni che proprio ti obbligano a rispondere per un elementare senso di giustizia. Oggetto di questi interventi solitamente di ex comunisti o radicali pentiti, sono sempre più spesso nazioni come Cuba, il Venezuela e ora anche la Bolivia e l'Ecuador, colpevoli solo di aver scelto, ultimamente, un destino e un futuro diverso da quello loro concesso dagli Stati Uniti o dalle multinazionali occidentali. Una linea uguale a quella adottata anche dal Brasile, dall'Argentina, dall'Uruguay, ma messa in atto in modo più drastico e definitivo.

L'ultima di queste "cazzate" l'ha sparata il ministro dei Beni culturali del nostro paese, Francesco Rutelli che, in maturità, dopo una scapigliata gioventù con il radicale Pannella, si è scoperto in linea con la parte più intransigente della Chiesa, accanto alla radicale cattolica Binetti.

Lunedì 10 dicembre, in una intervista a "Repubblica", Rutelli, difendendo la decisione della Binetti stessa di sfiduciare il governo della coalizione di cui fa parte, non approvando un articolo del pacchetto sicurezza che stigmatizzava l'omofobia, ha dichiarato con supponenza: "Mobilitiamoci invece contro le condanne a morte di omosessuali nel mondo, da Cuba all'Iran".

Ora, per quanto riguarda l'Iran, la notizia è drammaticamente vera, ma per quanto riguarda Cuba, assolutamente falsa. E l'aver associato Cuba all'Iran fa solo capire quanto il desiderio di essere proni verso le politiche degli Stati Uniti, sconfini nel ridicolo per molti dei nostri disinvolti politici. Come nell'Italia degli anni '70 dove il professor Braibanti veniva condannato per plagio (un reato che non esiste) da un tribunale italiano perché aveva un rapporto omosessuale con un suo allievo, anche Cuba ha vissuto in quella stagione contraddittoria della sua storia un periodo di pregiudizio verso il problema. Ma se Rutelli avesse l'abitudine di informarsi quando pontifica, saprebbe che non solo quell'epoca è superata da tempo (come dieci anni fa dimostrò il film "Fragola e cioccolato" vincitore anche del festival dell'Avana) ma che addirittura, rispetto all'omosessualità e alla libertà di praticarla, a Cuba c'è un approccio molto più liberale rispetto alla società italiana. Il Parlamento cubano ha recentemente varato una legge che consentirà ai transessuali di cambiare sesso. E come tutta la sanità, anche l'operazione chirurgica e l'assistenza psicologica sono gratuite. Si sta inoltre cominciando a discutere sull'opportunità di legalizzare i matrimoni gay, ma soprattutto le unioni consensuali che, anche fra le coppie eterosessuali, considerate le tradizioni e le abitudini della gente, sono molto più frequenti. Il cambio d'identità sui documenti, inoltre, è da tempo possibile.

Infine, sempre perchè il nostro ministro della Cultura non ne "spari" un'altra a breve, gli ricordiamo che Cuba, per anni, ha rispettato la moratoria sulla pena di morte, mentre il boia, negli Stati Uniti, non si fermava. Purtroppo la Rivoluzione ha interrotto questa meritoria scelta una volta, quando nel 2003, tre dirottamenti aerei e l'assalto ai turisti di un ferry boat della baia dell'Avana da parte di un gruppo che voleva sequestrare l'imbarcazione per andare a Miami, fece intendere al governo che era in atto l'ennesimo tentativo degli Stati Uniti di farla finita con la Rivoluzione. Tre del gruppo dei sequestratori furono fucilati. Da allora, però, la moratoria sulla pena di morte è stata nuovamente rispettata fino ai giorni nostri.

E' sufficiente che Rutelli, prima di parlare su questi argomenti, chieda informazioni a Amnesty International che nell'ultimo rapporto sui diritti umani, dedica nove pagine agli Stati Uniti e tre a Cuba.

(di Gianni Minà, 11 dicembre 2007)
fonte: http://www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaEditoriale.php?ideditoriale=1027

fuori gli stranieri!

Una ricerca dell'Istat sfata molti luoghi comuni sui reati a sfondo sessuale
Secondo i dati resi noti dall'istituto solo il 10% delle violenze arriva da stranieri

Il 90% degli stupri commesso da italiani

Lo stereotipo dello "stupratore medio", secondo molti italiani, è quello dell'immigrato. Ma la realtà è molto diversa. Il sessantanove per cento delle violenze nel nostro Paese è opera di partner, mariti o fidanzati. E solo in sei casi su cento il colpevole è estraneo alla cerchia familiare o delle conoscenze. Tra questi, non più del dieci per cento viene commesso da persone di origine straniera.

E' quanto risulta da uno studio dell'Istat, che ha aperto nella sua sede centrale il Global Forum sulle statistiche di genere. Secondo i dati raccolti, la maggioranza delle violenze più gravi subite dalle donne è dunque domestica: un vero e proprio ribaltamento dei luoghi comuni sulla pericolosità degli stranieri.

La ricerca è stata effettuata su un campione di donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni e si riferisce al periodo tra gennaio e ottobre 2006.

"Se anche considerassimo che di questi estranei la metà fossero immigrati - ha spiegato Linda Laura Sabbadini, direttore centrale Istat per le indagini su condizione e qualità della vita - si arriverebbe comunque al tre per cento degli stupri, e se anche ci aggiungessimo il cinquanta per cento dei conoscenti, al massimo si arriverebbe al dieci del totale. Dati in totale contrasto con la percezione diffusa".

"Nell'immaginario collettivo - continua - gli stupri per le strade sono quasi sempre opera di immigrati. Ma non fare i conti con le statistiche può portare ad orientare in modo errato le priorità e il tipo di politiche".


(da Repubblica, 10 dicembre 2007)

Stop Botnia!

Fíjense la página que hicieron los ambientalistas aprovechando que nadie tenía registrado el sitio:
http://www.botnia.com.ar


Prima che chiudano il sito, dateci un'occhiata! Botnia è l'impresa finlandese che ha costruito la mega cartiera sul Rio Uruguay, al confine tra Argentina e Uruguay...

go > veg_

C'è ki insiste
perché lo fa troppo arrabbiare il fatto ke il muro della segretezza eretto dal sistema con la maggior parte di noi funzioni benissimo.
Loro tengono nascoste le loro camere di tortura e noi lo accettiamo, gli facciamo il bel regalo di accettare questa invisibilità, questo invito a tapparsi gli occhi e le orecchie.
C'è ki proprio non riesce ad accettare che i suoi amici facciano il loro gioco, rifiutandosi di vedere coi loro occhi cosa c'è dietro il cibo non vegan e dietro le confezioni delle medicine e dei cosmetici che usiamo. Forse è naive, ma qualcosa in lui si rifiuta di prendere atto che i suoi amici sostanzialmente accettino tutto questo.
E crede ke se riesce a mostrargli la realtà, qualcosa possa scattare dentro di loro e possa spingerli a sfanculare questo sistema mostruoso che si regge solo sui soldi...

E quindi qualcuno continuerà a romperci le palle fin quando non ci convincerà, perké porca madoska, l'alternativa c'è! Esiste la medicina omeopatica e i prodotti a base di erbe, ke funzionano anche meglio di quella tradizionale e in più nemmeno fanno venire il cancro, e costano un quinto del prezzo. Ci sono cosmetici vegan. E sul cibo neanke parlarne...

Ke aspettiamo? Ci piace proprio continuare a far affluire i nostri soldi verso un'industria che si regge sulla tortura sistematica di altri esseri? Finanzieremmo i nazisti o i torturatori militari?