Brecht scrisse...

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c'era rimasto nessuno a protestare

(Bertolt Brecht)

Roma città chiusa

28 maggio

Negata Piazza S. Giovanni

Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, organizzatore del RomaPride’08, rende noto che ad appena 9 giorni dallo svolgimento della parata di sabato 7 giugno, la questura di Roma ha ritirato l’autorizzazione, concessa originariamente in data 11 aprile, a concludere la parata a Piazza San Giovanni con la motivazione di un concomitante convegno e concerto corale all’interno dei Palazzi Lateranensi.

Del problema sul percorso siamo venuti a conoscenza soltanto oggi, durante un incontro tecnico al Comune di Roma e nel conseguente incontro in Questura, senza che nessuna autorità competente l’abbia comunicato prima, nonostante siano passati quasi due mesi dall’autorizzazione originaria e dall’ampia notorietà pubblica data all’evento e al percorso.

Siamo stupiti e amareggiati per l’evolversi degli eventi e per l’incredibile ritardo della comunicazione. Domani, giovedì 29 maggio, alle ore 17.30, presso la sede del Circolo Mario Mieli, in via Efeso 2/a, si terrà una conferenza stampa dove verranno dati tutti i dettagli e comunicate le nostre decisioni.

Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli


29 maggio
Piazza San Giovanni era autorizzata

Apprendiamo dal sito Corriere.it che la Questura di Roma dichiara che non ha mai ritirato l’autorizzazione per Piazza San Giovanni poiché quest’ultima in realtà non è mai stata concessa.

Non vogliamo entrare in polemica con la Questura con cui negli anni abbiamo avuto ottimi rapporti di collaborazione, ma puntualizziamo che in data 11 aprile 2008 il Circolo Mario Mieli si è presentato in via di San Vitale per notificare il percorso del 7 giugno. Quest’ultimo è stato autorizzato da tanto di timbro dalla Divisione Gabinetto e immediatamente faxato al Comune di Roma. Tale documento è in nostro possesso.

Dall’11 aprile in poi nessun autorità competente ci ha comunicato di una precedente richiesta del Vicariato di Roma, soltanto ieri ci è stato fatto presente in conferenza dei servizi di un problema di sovrapposizione di eventi.

Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli

Galline in fuga

GALLINE, LAV RISPONDE AD AVITALIA E UNA: “CONDIZIONI DI VITA DI GALLINE IN GABBIA CENSURATE DA ISTITUZIONI UE E SCIENTIFICHE. ITALIA GIA’ SOTTOPOSTA A PROCEDURA D’INFRAZIONE PER AVER RECEPITO LA DIRETTIVA UE PROROGANDO IL TERMINE DEL BANDO DELLE GABBIE DI BATTERIA”.
La LAV, presente anche oggi in centinaia di piazze delle principali città italiane per chiedere al Governo la conferma del bando al 2012 delle gabbie di batteria per le galline ovaiole (approfondimenti su www.lav.it), risponde alle affermazioni del presidente di Avitalia, Gaetano De Lauretis, e ad UNA, precisando che tale bando è stato deciso dall’Unione Europea nel 1999 sulla base di evidenze scientifiche chiare ed inequivocabili sulle condizioni di vita delle galline ovaiole allevate nelle gabbie di batteria. Queste gabbie provocano alle galline enormi sofferenze fisiche e psicologiche, come evidenziato anche da uno studio scientifico commissionato dalla Commissione Europea, denominato Laywel, che afferma: “il benessere delle galline è gravemente compromesso nelle gabbie convenzionali e queste gabbie non garantiscono alcun potenziale per assicurare un adeguato benessere degli animali.”

Nel 2005, inoltre, l’EFSA, l’Autorità per la sicurezza alimentare, in un suo rapporto ha inequivocabilmente scritto che “…impossibilità di movimento e alti livelli di osteoporosi, costituiscono una grave pregiudiziale al benessere delle galline ovaiole.”
La Commissione UE nella sua relazione al Consiglio e al Parlamento, con la quale il mondo avicolo ha preso atto dell’intenzione dell’Europa di bandire queste vergognose gabbie di batteria, afferma: “…le gabbie di batteria causano diversi problemi di benessere agli animali e sono problemi inerenti il sistema di allevamento”.


Inoltre,
sempre nella Comunicazione al Consiglio e al Parlamento, la Commissione UE ha fatto proprio il parere dell'EFSA secondo il quale: “le galline preferiscono deporre le uova in un nido, possibilmente chiuso e formato da uno substrato premodellato o modellabile. Quindi i pollai dovrebbero disporre di nidi adatti, adeguatamente collocati. Anche bere, mangiare, razzolare e probabilmente fare i bagni di polvere sono comportamenti altamente prioritari. Inoltre, riposare e appollaiarsi sono elementi importanti del benessere dei volatili. Se le galline non possono soddisfare questi bisogni comportamentali primari, le frustrazioni, privazioni o lesioni che ne derivano possono nuocere gravemente alla loro salute e al loro benessere.”

“Basterebbero queste affermazione a dimostrare quanto la denuncia della LAV si basi su dati scientifici e non su interpretazioni di parte – dichiara Roberto Bennati, vicepresidente della LAV – Avitalia, invece, dica chiaramente ai consumatori che le gabbie arricchite di cui parla, ma per le quali gli allevatori non rispettano gli standard, non sono quelle oggi utilizzate dall’industria italiana, quella stessa industria che vuole mantenere le gabbie di batteria convenzionali, ancora in uso ancorché condannate dalla scienza, dall’economia e dai cittadini”.

“Alle affermazioni dell’UNA (Unione Nazionale Avicoltura) che imputa alla Commissione UE il mancato rispetto degli standard per le gabbie di batteria, la LAV ricorda che il rispetto delle norme in vigore non era subordinato alla relazione della Commissione stessa, che rappresentava, invece, uno strumento per valutare l’impatto di tale applicazione – prosegue Bennati – Le leggi si rispettano e le relazioni sull’applicazione servono a vedere quanto le norme vengano applicate. E la Commissione UE, infatti, ha ampiamente constatato che molti Stati UE, tra cui l’Italia, non lo fanno”.

Quello che le associazioni degli allevatori non dicono ai cittadini, infine, è che hanno ufficialmente chiesto e ottenuto dal Ministero della Salute che l’Italia si schieri contro la legge italiana ed europea per il mantenimento di un sistema di allevamento i cui tassi di mortalità sono elevati, il cannibalismo è considerato uno dei maggiori problemi, il taglio del becco degli animali è una necessità, le fratture delle ossa e l’osteoporosi sono solo alcune delle patologie ampiamente diffuse.

L’Italia è stata già deferita alla Corte di Giustizia Europea e ha subito una procedura di infrazione da parte dell’UE proprio per aver deciso, su richiesta di chi oggi grida allo scandalo per le affermazioni della LAV, di recepire la Direttiva europea permettendo l’installazione di gabbie convenzionali oltre il termine previsto dalla Direttiva, e per avere vergognosamente considerato spazio a disposizione delle galline aree interne alla gabbia, in realtà espressamente non considerabili spazi a disposizione delle galline dalla Direttiva stessaconclude Bennati – Questi comportamenti sono delle evidenti violazioni di legge, nonché del rispetto dovuto ai consumatori e purtroppo anche delle finalità che le autorità sanitarie sono chiamate a svolgere.”

9 marzo 2008
Ufficio stampa LAV 06.4461325 – 329.0398535 – 339.1742586 www.lav.it