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Scimpanzè HIV+

(by Francesco)


Ho saputo recentemente dal bel libro dell'etologo Enrico Alleva "La mente animale" come viene fatta la sperimentazione sull'Aids, e a spese di chi.
In realtà dubbi sul fatto che la storia dell'Aids sia davvero come ce la raccontano gli scienziati al soldo delle case farmaceutiche ne avevo già da un bel pò. E sapevo che la sperimentazione veniva fatta sulle scimmie. Non conoscevo però certi particolari.
L'autore del libro spiega con chiarezza straordinaria come la ricerca sia, di fatto, una vera industria "assetata del sangue caldo e infetto di giovani scimpanzè": questi vengono catturati in natura da cuccioli, in Africa, e importati in occidente per essere poi infettati dal virus e tenuti in gabbia a vita, come "incubatrici" viventi del virus stesso.

La tecnica per catturarli consiste nello sparare alla madre, che di solito si rifugia sugli alberi col piccolo in braccio. Quando la madre cade agonizzante i cacciatori si avventano sul cucciolo. E' lui l'obiettivo: se sopravvive alla caduta, alla scena dell'uccisione della madre e al viaggio, diventerà una "cavia" perennemente rinchiusa in gabbia, da infettare col virus umano dell'HIV e da cui prelevare periodicamente campioni di sangue infetto per la "ricerca".

Questo mercato farmaceutico-vivisezionistico - uso la parola "mercato" con riferimento al fatto che tutta la faccenda si regge sul profitto, dall'assoldamento di poveri contadini locali per la cattura, all'organizzazione del viaggio, allo "smercio" dei cuccioli in occidente, al commercio di gabbie, mangimi e medicine, per finire col gigantesco business del vaccino stesso e dei fiumi di denaro che affluiscono alla ricerca - questo mercato, dicevo, sta portando rapidamente gli scimpanzè verso l'estinzione.

Ora, noi e gli scimpanzè siamo così vicini - abbiamo il 99% del genoma identico!! - che qualsiasi designazione della famiglia delle "grandi scimmie" (scimpanzè, oranghi e gorilla) che comprenda gli scimpanzè ma escluda l'uomo è priva di senso. Tanto che alcuni zoologi vorrebbero ritoccare la nomenclatura scientifica degli scimpanzè, portandola da "Pan troglodytes" a "Homo troglodytes". Noi stessi siamo delle "grandi scimmie", se eliminiamo dalla nostra mente le croste dell'antropocentrismo e i miti antiscientifici della superiorità evolutiva del nostro cervello. In realtà siamo talmente vicini agli scimpanzè che essi sono più prossimi a noi che agli oranghi o ai gorilla!

Ma a parte la ragione della parentela evolutiva, la sperimentazione è nefasta di per sé sul piano morale. Una scimmia (l'uomo) che tratti in questo modo altre scimmie - quand'anche qualcosa sul piano medico si possa ricavare da questi metodi rivoltanti - è indegna di abitare il pianeta. Se anche qualche piccolo vantaggio possa ricavarsi dalla sperimentazione sugli scimpanzè - e questo è obiettivamente del tutto incerto - quel beneficio non sarà mai valso la vita di un solo scimpanzè. Mai. Credo che la scienza dovrebbe rinunciare una volta per tutte alla mentalità del sacrificio rituale che sta alla base della vivisezione, ereditata dalla religioni arcaiche, da cui tanto vorrebbe distinguersi. Ho la sensazione netta che niente di buono potrà mai venire da metodi che infliggono deliberatamente sofferenza su altri esseri.

Vi invito quindi, pur rendendomi conto di usare parole forti, a boicottare i test sull'HIV, che sono esattamente il risultato medico-commerciale di quelle violenze, e rappresentano un pò l'"eucaristia" del sacrificio degli scimpanzè nei laboratori farmaceutici. Una classe di parassiti sociali vuole arricchirsi con la ricerca, mandando in estinzione un'intera specie di animali quasi-umani.

Per battere l'Aids, sempre che questo sia davvero causato dall'HIV - e anche quest'ultimo punto in realtà è scientificamente controverso, vedi l'opinione del premio Nobel per la chimica Mullis e di altri importanti scienziati - bastano le poche semplici norme igieniche di prevenzione delle altre malattie veneree - sulla cui realtà invece non c'è dubbio, poiché esistevano ben da prima che si formasse la lobby farmaceutico-vivisezionista. Norme che oltretutto la gran parte delle culture umane antiche aveva già codificate in sé, cristallizzate in forma di precetti morali, tabù o regole rituali (come la circoncisione per gli ebrei, l'universale proibizione dell'adulterio, ecc.).

E per curarlo, invece... beh, se in 20 anni non s'è trovato un vaccino forse vuol dire che ce lo dobbiamo tenere. Le malattie sono sempre esistite in natura, e virus e batteri sono una parte importantissima e probabilmente, nel lungo termine, indispensabile della biosfera. Nella rete delicata e complessa della vita, le relazioni tra i sistemi viventi potrebbero reggersi anche e soprattutto sull'esistenza di batteri e virus, e non è per niente saggio né prudente dichiarare guerra indiscrimanata a esseri unicellulari che abitano il pianeta da molto prima di noi, e hanno posto in essere le condizioni per l'evoluzione delle forme di vita pluricellulari.

Quindi, mandate a cagare i sacerdoti in camice bianco con la mani sporche del sangue degli innocenti e la loro chiesa sacrificale miliardaria. Mandateli a guadagnarsi da vivere in modi che non comportino la violenza sugli altri animali.

"Vivisezione: nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni". Albert Einstein.

Cosmetica cruelty-free

La maggior parte di noi non sa che la quasi totalità dei cosmetici e detergenti generalmente usati, quelli da supermercato per intenderci, viene prodotta mediante la sistematica tortura di animali "da laboratorio".

Perché questo? Il motivo diretto è una legge del nostro paese che impone di sperimentare su animali gli ingredienti di qualunque nuovo prodotto cosmetico o detergente, prima di metterlo in commercio. Questa disposizione apparentemente benigna è doppiamente ingiusta: primo, perché la sperimentazione su animali non può dare risultati scientificamente certi sulla innocuità del prodotto per l'uomo (dato che l'uomo appartiene a una specie diversa dagli animali su cui si sperimenta). Sicché, in realtà, le vere "cavie" delle sostanze chimiche contenute in ogni shampoo o dentifricio o detersivo siamo noi che li usiamo e i risultati si vedranno nel lungo termine; secondo, perché alimenta la florida industria degli allevatori di animali da "usare" per gli esperimenti, e le industrie collegate (produttori di mangimi, gabbie, ecc.).

Ci si potrebbe chiedere perché sia necessario iniettare sostanze chimiche negli occhi di un coniglio o nello stomaco di un gatto, per vedere se la sostanza che si è andata a pescare (per es. per rendere un nuovo shampoo più invitante per i consumatori, magari raccontando che alliscia i capelli crespi o li "nutre", o altre cazzate simili..) possa per caso risultare irritante, possa accecare il povero animale o provocargli emorragie interne...
Va poi detto che ogni animale torturato con questi esperimenti, anche se esce indenne dal test, viene poi ucciso, perché non più idoneo a nuovi esperimenti in quanto il suo organismo non è più "vergine" alle altre sostanze chimiche, essendo già entrato in contatto con quelle dell'esperimento precedente.

Perché siamo arrivati a questo? E' veramente necessario torturare animali per lavarci? Chiunque non sia completamente rimbecillito dalla pubblicità intuisce bene che per lavarsi i capelli o i denti, fare la doccia, una lavatrice o pulire i pavimenti, basta dell'acqua e pochi ingredienti di origine vegetale.
Ci siamo arrivati perché l'industria cosmetica segue i dettami della massimizzazione del profitto ad ogni costo, esattamente come tutte le altre industrie. E perché la cultura occidentale che ha colonizzato nei secoli scorsi l'intero pianeta si regge su certi assiomi e certe idee nei confronti degli altri animali e della natura, di origine cartesiana, che è difficile cambiare dall'oggi al domani, e che condizionano tuttora il mercato, la mentalità comune e le leggi dello stato. Il tutto viene poi tenuto in vita dall'ignoranza della massa e dall'indifferenza dei pochi che sanno.

Allora cosa fare? Nessuno di noi, credo, sarebbe felice di contribuire coi propri soldi all'industria della tortura di topi, gatti, conigli e cani solo per far posto sugli scaffali di un supermercato a a una nuova crema antirughe o a un nuovo shampoo dotato del potere di allisciare i capelli o di renderli morbidi e setosi. Ammesso che si creda in queste proprietà del prodotto, non penso che si sarebbe felici di sapere che il prezzo di tali propretà è la vivisezione.

La risposta è semplice: facciamo pace con gli altri animali, col nostro corpo e con l'ambiente e iniziamo a boicottare quei prodotti - oltretutto pieni di sostanze chimiche per nulla sicure per la nostra salute, come l'onnipresente sodium laureth sulfate, e altre sostanze, derivate dal petrolio, inquinanti, non biodegradabili, ecc. - e a comprare prodotti alternativi come quelli indicati in questo sito: http://www.consumoconsapevole.org/07cosmetici-d.html

(by Francesco)