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L'era glaciale


(by Francesco)

A noi può sembrare strano che la terra abbia bisogno di raffreddarsi per far continuare la vita, forse anche perché per noi mammiferi "vita" è sinonimo di "calore"...
Senonché J. Lovelock scoprì trent'anni fa che la storia era un pò diversa da come ce l'avevano raccontata a scuola, e cioè che la terra avrebbe vita perché si trovava alla giusta distanza dal sole, eccetera eccetera...

In realtà, la terra ha vita perché è un organismo vivo esso stesso, per motivi che non conosciamo. La distanza dal sole, di per sè, non è mai stato un fattore decisivo per la vita, perché il sole era una stella giovane quando la vita sulla terra si sviluppò, e come tutte le stelle giovani produceva meno calore di oggi.
Un calore che era insufficiente per la vita così come oggi la conosciamo, sicché si potrebbe dire che allora la distanza dal sole era in teoria "troppo grande" per far prosperare la vita, e la terra troppo fredda per ospitarla.
Eppure vita ci fu, e la terra cercò di "riscaldarsi" favorendo lo sviluppo di batteri che producevano metano come risultato della loro digestione di alghe. Il metano è un gas-serra potente, capace di intrappolare il calore del sole all'interno dell'atmosfera e quindi di aumentare la temperatura globale.

Oggi però il sole è una stella vecchia, e come tutte le vecchie stelle ha aumentato la sua produzione di calore, tramite la fusione nucleare dei suoi gas, e si avvia alla sua naturale morte, che avverrà con un'immensa esplosione nucleare. Essendo più caldo, è già oggi teoricamente "troppo caldo" per favorire la vita sulla terra, e quindi oggi la distanza della terra dal sole può di nuovo essere tecnicamente considerata "inadatta" per la vita sulla terra, ma questa volta perché "troppo piccola".

Sicché oggi la terra sta cercando di fare il contrario di quel che fece coi batteri metanogeni: per permettere il continuare della vita, la sua esigenza è ora quella di raffreddarsi. E questo la terra fa "sacrificando" i poli e le sommità delle montagne tramite i ghiacci, che sono degli enormi schermi bianchi capaci di riflettere i raggi solare raffreddando così la temperatura globale.

Trovo molto bella e commmovente questa capacità di "Gaia" (la Terra come organismo vivente secondo la teoria di J. Lovelock, ndr) di mantenersi viva e ospitale per i suoi "figli" con questi sforzi assurdi per regolare il clima e la chimica degli oceani, rivestendosi di ghiacci e nascondendo le scorte di carbonio accumulate nei tessuti vegetali e animali sottoterra, nei fossili.
Se non fosse un pianeta vivo, oggi la temperatura sarebbe troppo alta per la vita, data la sua distanza dal sole. Ma oggi che il sole è una stella vecchia e irradia troppo calore, Gaia deve aumentare gli sforzi per mantenersi fresca a sufficienza da rimanere viva.
Questo sforzo richiede che si ritorni velocemente a un'era glaciale. L'era glaciale non è quel deserto di ghiaccio senza vita che fanno vedere nei cartoni animati, perché all'estendersi dei ghiacci alle alte latitudini corrisponde l'emergere di terre a sud, che prima erano coperte dai mari. Terre dove ora può fiorire una vita anche più florida di quella che ora c'è nelle terre emerse alle nostre latitudini.

L'ironia della situazione attuale è che proprio ora che Gaia ha bisogno di raffreddarsi, e che si avvierebbe a una nuova era glaciale, l'uomo s'è moltiplicato a dismisura e sta impedendo i tentativi di raffreddamento, fino al punto di invertire la rotta, portando addirittura a un ulteriore aumento della temperatura.
E' come se una caldaia sta surriscaldandosi e avrebbe bisogno di più frequenti pause di raffreddamento, e noi invece di favorire questo buttiamo più combustibile sul fuoco e chiudiamo gran parte delle valvole di sfogo... Pazzo, no? Ma è proprio quel che stiamo facendo ora a "nostra madre", come pensano i popoli nativi. Un immenso organismo vivo, forse anche con una sua "mente", come i più coraggiosi scienziati della Deep Ecology ora ipotizzano, in linea con le antiche concezioni di Platone di "anima mundi" e i saperi dei popoli indigeni.

Forse ora la mente di Gaia è inquieta e rabbiosa verso i suoi figli impazziti. Si fa presto a sorridere di queste idee, saccenti e insensibili come siamo noi occidentali, che abbiamo dimenticato ogni via di conoscenza che non passi per la ragione. Ma forse avevano ragione loro, chissà...

La nicotina e la morte delle api

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Se vedete un’ape che muore, preoccupatevi. Albert Einstein disse: “Se l’ape scomparisse, all’uomo resterebbero quattro anni di vita”.
Le api producono miele, pere, mele, pomodori, trifoglio, erba medica, latte, carne. Trasportano il polline e trasformano il mondo in cibo. Le api, un bioindicatore dell’ambiente, sono una specie a rischio. Oggi loro, domani noi. Il Guardian nell’articolo “Honeybee deaths reaching crisis point” riporta che un terzo dei 240.000 alveari britannici è scomparso durante l’inverno e la primavera. Il ministro inglese Rooker ha dichiarato che, se non cambierà nulla, entro dieci anni non ci sarà più un’ape nell’isola. Le api contribuiscono all’economia britannica per 165 milioni di sterline all’anno per la produzione di frutta e verdura. Oltre al miele naturalmente. La Honey Association prevede che il miele locale sarà finito in Gran Bretagna entro Natale. Riapparirà sulle tavole soltanto nell’estate del 2009.
La crisi è mondiale. Il maggior produttore di miele è l’Argentina che ha ridotto del 27% le sue 75.000 tonnellate annue. Negli Stati Uniti (-25% degli alveari nel 2008) e nel resto del mondo le api ci stanno lasciando. In Italia è una strage. Nel 2007 sono morte il 50% delle api, persi 200.000 alveari e 250 milioni di euro nel settore agricolo. Ma non è una priorità. Gli inutili soldati nelle strade, il bavaglio alla Giustizia con la separazione delle carriere, le impronte ai bambini Rom, il lodo Alfano per la messa in sicurezza della banda dei quattro, gli inceneritori della Impregilo. Queste sono priorità!
Perché le api muoiono? Per l’ambiente, il clima, la varoa (un acaro), i pascoli trasformati in coltivazioni di soia per i biocarburanti, per i pesticidi, l’inquinamento dei corsi d’acqua. Gli alveari si spopolano per il fenomeno del CCD (Colony Collapse Disorder) perché la razza umana sta avvelenando il mondo.
Qualcosa in Italia si può fare e subito. Vietare l’uso dei pesticidi nicotinoidi. In Francia lo hanno già fatto. Sulle api hanno l’effetto della nicotina. Gli fanno perdere il senso dell’orientamento, non riescono a ritornare nell’alveare e muoiono.
Chi usa o produce un pesticida nicotiniode mette a rischio, oltre alle api, anche la nostra sopravvivenza. Datemi una mano, inserite nei commenti di questo post informazioni sui produttori, sugli utilizzatori, sulle conseguenze sull’ambiente.
Chi avvelena un’ape, avvelena anche te.

(http://www.beppegrillo.it 22 agosto 2008)

Stop SUV

Londra, riparte la guerra ai Suv.
33 euro per entrare al centro

(di Vincenzo Borgomeo, 12/02/08 da Repubblica.it)

Nuova puntata della guerra ai Suv. Una guerra che sembrava ormai finita e che invece è riesplosa in tutta la sua violenza in Inghilterra: Ken Livingstone, il famoso sindaco di Londra noto per le sue posizioni estremistiche (e per questo cacciato dal partito dei Labour), l’uomo della tassa contro il traffico, la congestion charge, ora lancia ufficialmente la crociata contro i Suv, che ormai lui chiama direttamente i “trattori di Chelsea”.

“Ken il rosso”, si sa, è a caccia di consensi perché deve essere rieletto sindaco e assume sempre posizioni forti (non dimentichiamo che lo scorso anno in un’intervista a ‘The Independent’ disse che nessuno della sua famiglia tirava lo sciacquone dopo aver fatto pipì per risparmiare acqua…), ma stavolta va giù davvero pesante: dal prossimo mese i proprietari “delle bombe ecologiche a quattro ruote motrici” come le chiama lui, o anche di Ferrari e Aston Martin dovranno sborsare 25 sterline al giorno (33,5 euro) per entrare nel centro della capitale, anche se residenti.

Un salasso che in un anno significa pagare 6.500 sterline (8.725 euro) per tornare a casa con la propria auto e che inciderà sul 17% del parco automobilistico londinese, i cui proprietari difficilmente avrebbero votato per Livingstone… E’ solo l’ultimo atto della guerra ai Suv e alle auto supersportive, che però non trascura neanche i vecchi furgoni inquinanti che ora se vogliono entrare nel centro devono pagare multe salatissime.

Il punto è che molte delle idee di Ken Livingstone sono state poi applicate in molti altri Paesi europei, e la Congestion Charge di Milano ne è solo l’ultimo esempio. Ora Londra viene vista dal mondo intero come un laboratorio a cielo aperto dove sperimentare nuove idee per la mobilità. E se nel 2003 aveva suscitato scalpore il fatto di imporre il pagamento di 8 sterline a tutti i non residenti che volevano entrare nel cuore della capitale, ora la cosa non fa più nessun effetto. Anzi, si guarda con interesse alle nuove idee del sindaco londinese che punta a tagliare del 60% le emissioni di Co2 a Londra entro il 2025 imponendo il plutocratico balzello a tutte le auto che generano 225 grammi di anidride carbonica per chilometro una categoria in cui rientrano maxi Suv come Bmw X5, Mercedes ML, Range Rover o moltissime supercar.

Stop Botnia!

Fíjense la página que hicieron los ambientalistas aprovechando que nadie tenía registrado el sitio:
http://www.botnia.com.ar


Prima che chiudano il sito, dateci un'occhiata! Botnia è l'impresa finlandese che ha costruito la mega cartiera sul Rio Uruguay, al confine tra Argentina e Uruguay...