Galline in fuga
La LAV, presente anche oggi in centinaia di piazze delle principali città italiane per chiedere al Governo la conferma del bando al 2012 delle gabbie di batteria per le galline ovaiole (approfondimenti su www.lav.it), risponde alle affermazioni del presidente di Avitalia, Gaetano De Lauretis, e ad UNA, precisando che tale bando è stato deciso dall’Unione Europea nel 1999 sulla base di evidenze scientifiche chiare ed inequivocabili sulle condizioni di vita delle galline ovaiole allevate nelle gabbie di batteria. Queste gabbie provocano alle galline enormi sofferenze fisiche e psicologiche, come evidenziato anche da uno studio scientifico commissionato dalla Commissione Europea, denominato Laywel, che afferma: “il benessere delle galline è gravemente compromesso nelle gabbie convenzionali e queste gabbie non garantiscono alcun potenziale per assicurare un adeguato benessere degli animali.”
Nel 2005, inoltre, l’EFSA, l’Autorità per la sicurezza alimentare, in un suo rapporto ha inequivocabilmente scritto che “…impossibilità di movimento e alti livelli di osteoporosi, costituiscono una grave pregiudiziale al benessere delle galline ovaiole.”
La Commissione UE nella sua relazione al Consiglio e al Parlamento, con la quale il mondo avicolo ha preso atto dell’intenzione dell’Europa di bandire queste vergognose gabbie di batteria, afferma: “…le gabbie di batteria causano diversi problemi di benessere agli animali e sono problemi inerenti il sistema di allevamento”.
Inoltre, sempre nella Comunicazione al Consiglio e al Parlamento, la Commissione UE ha fatto proprio il parere dell'EFSA secondo il quale: “le galline preferiscono deporre le uova in un nido, possibilmente chiuso e formato da uno substrato premodellato o modellabile. Quindi i pollai dovrebbero disporre di nidi adatti, adeguatamente collocati. Anche bere, mangiare, razzolare e probabilmente fare i bagni di polvere sono comportamenti altamente prioritari. Inoltre, riposare e appollaiarsi sono elementi importanti del benessere dei volatili. Se le galline non possono soddisfare questi bisogni comportamentali primari, le frustrazioni, privazioni o lesioni che ne derivano possono nuocere gravemente alla loro salute e al loro benessere.”
“Basterebbero queste affermazione a dimostrare quanto la denuncia della LAV si basi su dati scientifici e non su interpretazioni di parte – dichiara Roberto Bennati, vicepresidente della LAV – Avitalia, invece, dica chiaramente ai consumatori che le gabbie arricchite di cui parla, ma per le quali gli allevatori non rispettano gli standard, non sono quelle oggi utilizzate dall’industria italiana, quella stessa industria che vuole mantenere le gabbie di batteria convenzionali, ancora in uso ancorché condannate dalla scienza, dall’economia e dai cittadini”.
“Alle affermazioni dell’UNA (Unione Nazionale Avicoltura) che imputa alla Commissione UE il mancato rispetto degli standard per le gabbie di batteria, la LAV ricorda che il rispetto delle norme in vigore non era subordinato alla relazione della Commissione stessa, che rappresentava, invece, uno strumento per valutare l’impatto di tale applicazione – prosegue Bennati – Le leggi si rispettano e le relazioni sull’applicazione servono a vedere quanto le norme vengano applicate. E la Commissione UE, infatti, ha ampiamente constatato che molti Stati UE, tra cui l’Italia, non lo fanno”.
Quello che le associazioni degli allevatori non dicono ai cittadini, infine, è che hanno ufficialmente chiesto e ottenuto dal Ministero della Salute che l’Italia si schieri contro la legge italiana ed europea per il mantenimento di un sistema di allevamento i cui tassi di mortalità sono elevati, il cannibalismo è considerato uno dei maggiori problemi, il taglio del becco degli animali è una necessità, le fratture delle ossa e l’osteoporosi sono solo alcune delle patologie ampiamente diffuse.
“L’Italia è stata già deferita alla Corte di Giustizia Europea e ha subito una procedura di infrazione da parte dell’UE proprio per aver deciso, su richiesta di chi oggi grida allo scandalo per le affermazioni della LAV, di recepire la Direttiva europea permettendo l’installazione di gabbie convenzionali oltre il termine previsto dalla Direttiva, e per avere vergognosamente considerato spazio a disposizione delle galline aree interne alla gabbia, in realtà espressamente non considerabili spazi a disposizione delle galline dalla Direttiva stessa – conclude Bennati – Questi comportamenti sono delle evidenti violazioni di legge, nonché del rispetto dovuto ai consumatori e purtroppo anche delle finalità che le autorità sanitarie sono chiamate a svolgere.”
9 marzo 2008
Ufficio stampa LAV 06.4461325 – 329.0398535 – 339.1742586 www.lav.it
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