Il 70% dei poveri al mondo è donna

Action Aid ha presentato il suo primo rapporto sui diritti delle donne

Foto: Brent Stirton, South Africa, Getty Images/RPM for UNOHA - Former “bushwife”, Sierra Leone (World Press Photo Contest 2003 - Portraits - 1st prize singles)

“La discriminazione nei confronti delle donne è una delle principali cause della povertà estrema: fino a quando i diritti delle donne non saranno riconosciuti dalle istituzioni come centrali per il perseguimento di programmi di sviluppo sostenibili ed efficaci e le discriminazioni di genere non verranno assunte come elementi di comprensione irrinunciabile delle realtà locali in cui si opera, non ci saranno passi avanti significativi nella lotta alla povertà”. Questo il messaggio principale che ActionAid lancia in occasione della presentazione del suo primo rapporto sul tema dei diritti delle donne “La dimensione di genere nella cooperazione allo sviluppo”, svolto in collaborazione con il CIRPS-Sped (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo sostenibile), Università “Sapienza” di Roma.

Dati e statistiche – spiega ActionAid - parlano chiaro: sono le donne a subire le conseguenze più severe di povertà, analfabetismo, guerre e ad essere le vittime dei più odiosi abusi dei diritti umani. Spesso per il solo fatto di essere donne.

Le donne costituiscono il 70% della popolazione mondiale che vive con meno di un dollaro al giorno.
Due terzi degli analfabeti al mondo sono donne.
L'80% dei 35 milioni di profughi al mondo sono donne.
130 milioni di donne hanno subito mutilazioni genitali.
In 192 paesi del mondo i capi di Stato donna sono soltanto 13 e a gennaio 2007 le donne rappresentavano solo il 17% del totale dei deputati a livello globale.

“Contrastare disuguaglianza, violenza e pregiudizio – spiega ActionAid - significa rilevare queste differenze, dare loro una dimensione quantitativa e qualitativa e infine intervenire perché le discriminazioni non si riproducano, creando le condizioni per il cambiamento”. Senza un intervento deciso della politica in questa direzione, anche i risultati della cooperazione internazionale rischiano di essere illusori.

La cooperazione internazionale – conclude ActionAid nel rapporto sui diritti delle donne – si deve impegnare per la piena partecipazione delle donne nei processi decisionali a livello locale nazionale ed internazionale e per la trasformazione delle strutture sociali, economiche e politiche che oggi sono responsabili delle discriminazioni di genere. L'empowerment delle donne deve essere la chiave di volta degli interventi di una cooperazione che non si accontenti di misure a tutela delle donne o al loro mero coinvolgimento tra i beneficiari.

(Fonte: Vita.it, 08/03/2008)

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