No Vat, Roma 15/02/2009

Carnevale laico e San Valentino anticonformista. Migliaia di persone a Roma per rivendicare autodeterminazione e diritti
«Fuori il Vaticano dallo Stato e dai letti»
Per la quarta volta sfilano i No Vat

Un po' carnevalone anticlericale, un po' san valentino anticonformista, un po' pride e un po' corteo. Irriverente, ironico, rumoroso, determinato, pungente. Per la quarta volta il coordinamento Facciamo Breccia è riuscito a dare forme alle istanze della laicità e ai desideri di libertà con un corteo di migliaia di persone giunte da tutta Italia che è sciamato fino a Campo de' fiori, attorno alla statua di Giordano Bruno, simbolo dell'irriducibilità all'oscurantismo.

Lo hanno chiamato No Vat con evidente contaminazione con altre resistenze. Un cupolone sbarrato, nelle bandiere bianche, lo slogan "Più autodeterminazione, meno Vaticano". In piattaforma: l'abolizione del concordato e dell'ora di religione, la piena cittadinanza e uno stato sociale per tutti.

Quanti saranno stati? Il colpo d'occhio era quello di Via Cavour piena dal curvone dove c'è il metro fino ai Fori Imperiali. Il corteo era fittissimo, l'età media notevolmente abbassata dai giovanissimi come Sveva: bionda parruccata, il manto azzurro e la tunica candida, Sveva sembra proprio una madonna ma un cartello sul grembo avverte "Se mi stai vedendo vuol dire che hai assunto delle droghe".

Intanto il corteo passa sotto il Campidoglio e coi fischi ricorda ad Alemanno il carattere antifascista di questo movimentarsi: essere antifascisti vuol dire battersi contro razzismo, sessismo, omofobia, ricorda la speaker dal camioncino di testa. «Una manifestazione quanto mai necessaria - spiega Graziella Bertozzo, veneta ma bolognese di adozione e animatrice di Azione Gay lesbica - è stata fondamentale l'esperienza dei social forum per farci capire che il Vaticano è una multinazionale che vende un modello di comportamento funzionale al neoliberismo». Si interrompe un attimo perché c'è da riparare l'aureola a una manifestante, poi riprende: «Con la repressione e la normazione dei corpi ci vuole far tornare ai corpi di genere, a una famiglia custode dell'egoismo sociale. Per il neoliberismo che abbatte ogni forma di welfare è un'esigenza fondamentale avere le donne a casa a procreare e cucinare per l'uomo cacciatore».

Lo sfondo in cui si muove la manifestazione è quello di una Roma blindata per il G7 e di una società invasa dal Vaticano. Qualche cartello lo definisce una "Guantanamo mentale". «Non vogliamo parlare di religione ma di politica - chiarisce Elena Biagini, fiorentina trapiantata a Roma, anche lei di Facciamo Breccia - la Chiesa è un potere reale che nessuno sceglie. Non è solo una questione di ingerenza, è una vera alleanza tra poteri». Così si finisce a discutere dei paradossi: i credenti sono sempre meno ma i partiti sono sempre più genuflessi; la famiglia etero e cattolica è una minoranza; il mondo Glbtqi conquista visibilità in alcuni campi (dallo spettacolo al cinema alla moda) ma crescono omofobia e transfobia. Dice ancora Biagini: «Ne mandi uno all'Isola dei famosi e mille al Cpt».

Una voce al microfono scandisce le connessioni tra gli anatemi di un papato integralista, le ordinanze dei sindaci sceriffi sui corpi, sulle vite e sulla morte e gli attacchi alla scuola e alla sanità pubbliche. «E tutte le richieste sui diritti civili e umani sono ormai fuori dall'agenda politica istituzionale - ricorda Federica Pezzoli, del coordinamento trans Sylvia Rivera - si negano le cure ai migranti, si schedano i senzacasa, si archiviano le proposte di cambio del nome e del sesso sui documenti anche senza intervento agli organi genitali primari e la Chiesa continua a negare la libertà di scelta e la depenalizzazione dell'omosessualità».

«Berlusconi, come Bush, ha in corso un tentativo di stato etico - annota Giovanni Russo Spena, di Rifondazione comunista - per imporre il disciplinamento sociale». Il Prc è presente con uno striscione e molte bandiere mescolate al corteo. Alla partenza passa Paolo Ferrero, segretario nazionale, a segnalare l'internità alla battaglia per la laicità dello Stato. Presenti anche Sinistra critica, il Pcl con Marco Ferrando, i Cobas con Piero Bernocchi ma l'ossatura dello sfilamento è data dalla miriade di collettivi e associazioni del mondo gay, lesbo e trans con i radicali dell'associazione Coscioni, le donne dell'Onda anomala e gli atei dell'Uaar.

«I temi di oggi saranno centrali nella prossima fase - commenta Flavia D'Angeli di Sc - perché le destre risponderanno alla difficoltà di governare la crisi del capitalismo assumendo un volto integralista». Rispetto a quattro anni fa, «quando c'era l'euforia della prima volta, oggi ci sentiamo meno isolati - dice a Liberazione, Porpora Marcasciano, anima del Mit, il movimento italiano transessuale - ieri ci chiedevano attenzione verso gli equilibri politici, oggi lo scenario è cambiato, sentiamo che c'è un'esigenza di riconoscerci sia a sinistra, sia nel movimento Glbtq».

Note di colore: studenti con il copricapo da suora, un sansebastiano "eretico erotico" che sfila legato a un palo, suoni di cornamusa atea, samba pink, canzoni di Rettore, Raffaella Carrà, Bertè e altre icone gay, il gonfalone del comune di Sodoma e lo striscione del movimento raeliano (credono ai marziani ma sono atei). L'unico pacchetto sicurezza ammesso è quello che contiene profilattici contro infezioni e nascite irresponsabili. A un certo punto si sparge la voce che la polizia vorrebbe sequestrare una caricatura di Ratzinger "nazi". La issano i ragazzi di Mega (Movimento emergente giovani anticlericali) autori di una rivista online e di letture pubbliche, che sfileranno in pace fino alla fine.

(di Checchino Antonini, Liberazione, 15/02/2009)

1 comments:

  1. Ragazzie..... è Maledetto sedicesimo che ci ha fatto la breccia... non ve ne siete accort? Andate in via bastioni di michelangelo quel frocione... e ve ne accorgerete.... una portona... dove passano solo le auto blu alla faccia nostra.... svegliaaa!!!!!